La nuova scommessa di Guadagnini

Dopo sei anni con i gigantisti, ecco il ruolo di dt del Comitato Trentino

La stessa dedizione, lo stesso impegno. Il medesimo sorriso, la medesima finezza. Uguale nei modi, nel rapportarsi con ragazzi, colleghi e giornalisti nel spiegare la sua nuova scommessa, il suo progetto così originale, la sua nuova vita. Non è cambiato Matteo Guadagnini, anche se è cambiato, e di parecchio, il suo ruolo. Ha raggiunto il massimo dal punto vista professionale: diversi anni con gli azzurri, sei alla guida dei gigantisti. Coppa del Mondo, Mondiali ed Olimpiadi. Mica noccioline. Sei anni di vittorie e successi, ma anche di sconfitte e momenti bui. Matteo guarda avanti, forte tuttavia di un’esperienza davvero edificante. «Ogni cosa ha un inizio e una fine. Ho deciso io di lasciare la Fisi e in particolar modo i gigantisti. Era giusto cambiare e per quel che mi riguarda ripartire con nuovi stimoli. Ho voluto lasciare perchè qualcosa si era rotto, l’atmosfera era troppo pesante. Allora ho sposato subito il progetto del Trentino. Coordino quattro allenatori e un preparatore atletico, quarantuno elementi, divisi fra maschi e femmine, Giovani ed Aspiranti, prima squadra ed aggregati. Una scommessa nuova, originale, che parte dal basso. Mi è piaciuta la volontà della Provincia Autonoma di Trento e in seconda istanza delle Fiamme Gialle di credere in ‘Trentino Azzurro’, il progetto ideato dal presidente Angelo Dalpez. Qui c’è un progetto per i Giovani in cui sono stati investiti soldi e tempo. Un progetto serio. E sopratutto, oltre a preparare per l’alto livello questi atleti, un progetto che non abbandona il significato autentico dello sport, che è formazione, disciplina, impegno e anche cultura. Declassamento? Macchè, nuova sfida. Ho entusiasmo e voglia di fare, è giusto dare alla base i valori tecnici e umani di tutti gli anni passati in Coppa del Mondo, proprio a fianco di quei campioni che ora i miei ragazzi sognano di emulare. I ragazzi della squadra di gigante? Molti sono sempre in contatto con me, altri non più.
È normale, con chi cresci e hai scambi reciproci e quotidiani rimani legato». Sempre chiaro nelle analisi, lucido, schietto, semplice. Sempre ‘Matte’ insomma.

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