NOTTE IRIDATA – Il fallimento nel giorno più importante

Una giornata di delusioni per i colori azzurri che hanno mancato il grande obiettivo: la medaglia

La sconfitta azzurra si consuma lentamente. Piano piano, tre ore di agonia. E in questo modo fa ancora più male, perché soffri di più. La debacle va in onda prima sulla Engiadina, poi sulla Corviglia. Due destini paralleli, con il risultato finale di una delusione totale. Sofia Goggia che si avvita, arranca, sbaglia, rischia di deragliare rovinosamente. Peter Fill e Dominik Paris che, pur non sbagliando tecnicamente, non assecondano a dovere le onde e non fanno velocità come avrebbero dovuto, sciano meno in accelerazione del solito. Non c’è da girarci troppo intorno. Eravamo fra le nazioni favorite in discesa, invece abbiamo fatto cilecca sulle nevi svizzere iridate. Dopo tre gare senza podi, oggi era il giorno più indicato. Sono quei giorni dove sei convinto di portare a casa qualcosa, al di là della consistenza del bottino. Aspetti almeno una medaglia, ma credi nella doppietta, sogni il tris. Che poi non è un sognare più di tanto, dal momento che Goggia, Paris e Fill, che in questo angolo di Cantone dei Grigioni l’anno scorso conquistò una leggendaria Coppa del Mondo, sono oggi nell’olimpo della discesa. Invece zero. Fa male perché dopo un inverno da protagonisti in velocità, azzurre e azzurri hanno fallito nel giorno più importante. Non sono riusciti a concretizzare un sogno, a finalizzare una condizione smagliante, a confermare una supremazia. E fa male perché il Campionato del Mondo è, secondo solo alle Olimpiadi, una vetrina senza eguali per la promozione e la comunicazione dello sci alpino, un appuntamento dove sei obbligato a primeggiare, a lasciare il segno. Certo, la spedizione elvetica di azzurre e azzurri non è ancora finita, ma in velocità (anche se manca la combinata maschile domani) il bilancio è negativo. E fa male soprattutto, perché a tre discese dal termine, Fill guida la classifica di Coppa del Mondo di specialità e Paris è terzo ed anch’egli in gioco per conquistare la sfera di cristallo. Ovvero? Semplice: la squadra più forte sbaglia nel giorno più importante. E fa ancora più male quando prima del Mondiale di St.Moritz Sofi è salita cinque volte sul podio in velocità, Pietro tre e Domme altrettanto. Come dire, la medaglia nelle gambe c’era, ma invece…

Nel video sopra le interviste di Goggia, Fill, Casse, Tuti, Stuffer e Deflorian.

Tutta la delusione di Sofia Goggia ©Gabriele Pezzaglia
Tutta la delusione di Sofia Goggia ©Gabriele Pezzaglia

LE LACRIME DI GOGGIA – Lacrime di rabbia, di delusione, di amarezza. Ogni volta che si ferma nello spazio delle televisioni e nel corridoio dei giornalisti è una pugnalata al cuore per lei. Sofi, forte di nove podi, è ancora a secco di medaglie (anche se manca il gigante). Per la prima volta in un grande evento da favorita in casa azzurra, è obbligata a spiegare questa terza delusione. Esce dalla finish area della Engiadina e con il dott. Andrea Panzeri si dirige all’antidoping. Fra la zona dei controlli medici e quella fuori dalle tribune dove ci sono mamma Giuliana, papà Ezio e il fratello Tommaso, c’è un telone. Sofi se ne accorge, li vede, lo abbassa. La intravediamo. Una smorfia di rabbia, una lacrima, un abbraccio accennato ma comunque caloroso. Sofia, che esce dall’antidoping, ci raggiunge. Vistosamente delusa, sconfortata per quel maledetto errore che l’ha tolta dalla gloria, probabilmente dal gradino più alto. Un quarto posto che pesa infinitamente, ma un gigante per rialzare la testa dove, è sempre doveroso ricordarlo, una stagione incredibilmente esaltante ricca (ad ora) di nove podi.

Dominik Paris in volo ©Agence Zoom
Dominik Paris in volo ©Agence Zoom

LA DIFFERENTE DELUSIONE DI FILL E PARIS – Peter Fill e Dominik Paris non sono come la Goggia. Almeno oggi. Una delusione più composta, meno plateale. Forse perché questa bruciante sconfitta era scritta da giorni. Certo, siamo di fronte a due fuoriclasse della discesa, e nonostante prove cronometrate non esaltanti, da questi pezzi da novanta ci si poteva aspettare di tutto. Ma oggi niente da fare. Nel parterre dell’Engadina non è mancata la delusione sul volto dei ragazzi come se fosse tutto da copione. Televisioni, stampa, qualche foto al volo e via verso Samaden, dove c’è l’albergo della squadra. Una delusione composta dicevamo quella di Pietro e Domme, una delusione più gridata, manifestata quella di Sofi. Ma sempre una delusione nel giorno in cui è volata nel cielo dell’Engadina la possibilità realistica di salire sul podio.

Peter Fill in azione sulla Corviglia ©Agence Zoom
Peter Fill in azione sulla Corviglia ©Agence Zoom

CARCA: «PER MIGLIORARE TRAINING IN VAL GARDENA AD APRILE» – E poi c’è la delusione di Max Carca, il direttore tecnico, che sembra più posata, argomentata, razionale. Ci fa sapere il coach di Volpedo: «I ragazzi sono migliorati dalle prove alla gara, ma non è bastato. Sono deluso, chiaro, ma oggi ho rivisto la solita voglia di Fill e Paris, la solita cattiveria agonistica. Si sono espressi, come da copione, i più forti su questa pista, ovvero Beat Feuz ed Erik Guay. Dispiace per i nostri perché abbiamo fallito due gare, Val Gardena e qui. Peccato, siamo in corsa con i ragazzi per vincere ancora la Coppa del Mondo ma abbiamo sbagliato in questo appuntamento». Cala la notte su St.Moritz e finisce una giornata di delusioni. Domani è un altro giorno. Forza ragazzi, non mollate ora.

Il dt Max Carca in ricognizione sulla Corviglia ©Andrea Chiericato
Il dt Max Carca in ricognizione sulla Corviglia ©Andrea Chiericato