Serve un Kristoffersen anche al femminile per provare ad andare oltre Shiffrin?

Sempre interessanti le gare a cavallo tra Natale e Capodanno: c’è chi digerisce bene il panettone e chi invece imbocca la strada della prima piccola crisi dell’anno. C’è chi dimostra di aver meritato i pacchi regalo e chi invece avrebbe meritato del… carbone.

GIURIA DI GARA – Io personalmente il carbone lo avrei regalato alla giuria di Semmering con in testa il responsabile della FIS, lo avrei regalato anche a chi ha permesso prima a Pietilae-Holmner e poi a Taina Barioz di essere trattate a quel modo. Lo regalerei anche a chi tacciò Lindsey Vonn di “aver fatto una scenata” a Soldeu quando aspettò il toboga benché sembrasse un infortunio di poco conto rivelatosi poi invece molto serio.

SINTESI – Quanto abbiamo visto durante la tre giorni di Semmering rappresenta in tutto e per tutto l’attuale settore femminile: poche figure con personalità e tutti che cercano di salvare il proprio posto al calduccio. Mi chiedo che senso abbia comunicare dopo la gara via social il proprio disappunto: in pista ci sono i rappresentanti degli atleti (eletti a ogni gara) e ci sono anche degli allenatori responsabili (tra quelli, anche dei genitori-allenatori) che in caso di contrarietà del proprio atleta a partire dovrebbero manifestare il tutto al responsabile FIS. Questi naturalmente si guarda bene dal prendere una decisione se nessuno picchia i pugni sul tavolo, a lui interessa portare a termine sì o sì la prova, un tentativo l’aveva fatto anche a Courchevel…

GARE – Parlando di gigante spero che non sia un inizio di mini crisi in Casa Italia, spero che l’effetto Ushuaia non sia agli sgoccioli, già l’anno scorso questa data coincise con un progressivo calo di forma. Così come mi auguro non sia nemmeno l’inizio del rientro tra i ranghi anche per la squadra Svizzera, che dopo un inizio con il botto soprattutto delle giovani, ora improvvisamente, tra infortuni vari e a cali di forma, proprio loro non stanno più confermando il trend. Siamo a un mese dall’inizio dei Mondiali e qualcuno potrebbe sentire i primi tremolii… Il panettone del gigante sembra l’abbiano digerito bene, oltre a Shiffrin e Worley, anche la Rebensburg, la Gagnon e la Brunner. Un po’ meno Gut e Weirather. Per la campionessa svizzera potrebbe essere arrivato il momento di ritornare sui libri della tecnica di gigante per ritrovare la miglior sciata in vista delle ultime gare tra le a porte larghe a Maribor e Kronplatz prima dei Mondiali.

SLALOM – Che la Shiffrin potesse sbagliare è risultato, ahimè, l’unico punto d’interesse suscitato ai più dalla gara in slalom terra austriaca, e questo non è un buon segnale. Al momento è Zuzulova l’unica che può creare qualche pensiero all’Americana, che tra l’altro ha impressionato bene in un tracciato non adatto alle sue riconosciute capacità, lei di solito bravissima in tracciati più filanti. Holdener mi sembra “al limite” con la sua tecnica attuale, che non le permette molto margine d’errore: secondo me l’unica via di miglioramento per Wendy passa dal gigante, nel quale deve assolutamente migliorare la gestione della sua curva. Non giudicabile Vlhova in quanto malaticcia in Austria, quindi da rivedere nelle prossime gare a gennaio.

SHIFFRIN – Che dire su sua maestà Mikaela, oramai i superlativi sono stati detti e scritti da tutti, ma pochi sono riusciti a spiegare il perché di questo strapotere nelle discipline tecniche. Non è sufficiente cercare di copiare, dietro ci vuole un progetto ben chiaro: cercando di imitare si perde solamente tempo. Ci vuole lungimiranza e servono allenatori che sappiano lavorare “oltre Shiffrin”. Non è solamente un lavoro da approntare sulla neve, ma vuol dire saper approntare un lavoro a 360° che coinvolge tutto l’apparato della squadra. L’esempio l’abbiamo tra gli uomini con Kristoffersen che viaggia con una tecnica “ben al di là” di Hirscher, ma come c’è riuscito dapprima l’austriaco e ora il norvegese. ci vuole tantissimo lavoro, tantissima predisposizione all’allenamento che è poi la fonte a cui si sono ispirati tutti i grandi campioni. Ecco perché nel settore femminile manca forse questa predisposizione, e non sto parlando unicamente delle atlete: loro se le metti in condizione lavorano eccome, ma sto parlando della professionalità di tutto il settore partendo dalla testa, quell’apice che a Semmering non ha dato certamente una grande immagine al pubblico a casa. Business is business.
Auguri a tutti per un Felice Anno nuovo.

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